Il primo sapore irlandese
Chiudo gli occhi e penso all’Irlanda.
La prima volta che visitai l’isola fu all’età di diciassette anni e fu amore a prima vista. A dire il vero, me ne innamorai ancora prima di viverla di persona. Credo che un po’ tutti noi sperimentiamo questa sensazione con alcuni luoghi nel mondo. Come accade tra persone, così accade con dei luoghi. Io sapevo di amare l’irlanda ancora prima di andarci ed è così che decisi di sostituire una mia compagna di classe come ragazza alla pari poiché lei scelse, all’ultimo minuto, di partire per gli stati uniti ed il piccolo Jordan di soli sei anni non aveva più la ragazza che si sarebbe occupata di lui durante l’estate del 1996.
Partii io. Avevo 17 anni.
Il mio primo ricordo? Yvonne ed i cats eyes sull’asfalto che illuminavano il tragitto dall’aeroporto di Dublino al White Cottage, questo era il nome della casa in cui vivevo nella contea di Limerick, esattamente dal lato opposto dell’isola, circa un’ora e mezza di auto.
Cambiamento
Per quasi due settimane non parlai, camminavo intorno alla casa, leggevo, studiavo dieci parole al giorno in inglese per approfondire la conoscenza del mio vocabolario. Ricordo che chiamai a casa lamentandomi per il freddo e papà mi disse che sarei potuta tornare a casa. Da quel momento, qualcosa cambiò. Un pomeriggio, seduta nel prato a raccogliere margherite, Jordan intona la canzone “a, b,c, d,e,f g, h, i,k,l,m,n,o,p now i know my abc, next time want you sing a lot with me”, e quello fu l’inizio dell’esperienza che , tutt’oggi, considero la più bella della mia vita.
L’Irlanda è il paese che a me piace definire gentile, ti accoglie in silenzio, con le persone che pronunciano un “sorry” se solo sei in coda e ti sfiorano con un dito. Se ti trovi nel traffico, nessuno si permette di suonare il clacson. Si aspetta che si dissolva per poi proseguire. Credo che sia così perché c’è un profondo senso di fiducia nelle persone.
Perché consigliare un viaggio in Irlanda?
L’isola non è molto grande, infatti il territorio si estende dai 480 km circa di lunghezza da nord a sud e 270km circa da est ad ovest, e nonostante ciò la natura che la abita cambia da contea a contea. Per darvi un esempio si passa da una Co. Kerry in cui si trovano i più alti rilievi montuosi (se così si possono definire, dato che una delle montagne più alte, come la Purple Mountain è di 830 metri) allo scenografico Connemara, nella contea di Galway, famoso per il suo territorio selvaggio caratterizzato da torbiere rugginose, laghi, antichi muretti in pietra, spiagge coralline, da cui scrittori e poeti hanno tratto ispirazione per le proprie opere.
E non fatevi scoraggiare dal clima! Certo che piove e forse 365 giorni all’anno, ma spesso si tratta di spruzzate d’acqua di 5 minuti. E se adotti il sistema dell’irlandese, abbandona l’ombrello che risulta fastidioso ed indossa una comoda mantella, non ti accorgerai nemmeno della pioggia anche perché il clima è notevolmente temperato grazie alla “corrente del Golfo”, perciò non si scende mai sotto lo zero. Credetemi, non fai mai freddo come da noi al nord Italia!
Curioso è anche vivere le lunghe giornate di sole durante l’estate, infatti il sole tramonta anche dopo le 23 e le giornate si allungano notevolmente “there is a grand stretch in the evenings” è un modo di dire irlandese.
Durante i week-end, quando ero di riposo, lo zio Eddie mi portava in giro per l’isola insieme con il suo amico Tom, quanto ci siamo divertiti! In auto la musica era solo ed esclusivamente irlandese Ed è proprio così che sono entrata nel vivo dell’Irlanda e degli irlandesi. Soggiornavamo in bed and breakfast posizionati in città, in campagna oppure a picco sulle scogliere, affacciati sull’oceano e in spazi ampi senza nulla attorno. Piccole abitazioni accoglienti, curate e la colazione, che ancora oggi rappresenta il mio pasto della giornata preferito, non deludeva mai. Inizialmente ero restia nel mangiare uova, funghi, pomodorini, salsiccia, ecc… ma poi ho imparato ad apprezzarla. Ovviamente pane, burro e marmellata fatta in casa e scones (dolci tipici irlandesi) erano i primi ad essere divorati!
Carattere selvaggio
La natura è certamente un motivo fondamentale per cui scegliere questa meta per le proprie vacanze, ma vi assicuro che la presenza di piccoli villaggi colorati e di città più grandi come Dublino, Galway, Cork la rendono certamente una meta apprezzata anche da coloro che amano la vita più movimentata.
Dublino certamente merita una sosta di qualche giorno per visitare quanto ha da offrire: musei, librerie, pub letterari, teatri, tanto che, nel 2010 è stata proclamata “città della letteratura” dall’Unesco. Passeggiare per le sue vie è come saltare fra le pagine di un libro che viene continuamente aggiornato.
Sentirsi a casa
Certamente una sosta in un pub è un must. Non ha nulla a che vedere con il nostro concetto di pub/bar. E’ un luogo di socializzazione aperto a tutti, dai più piccoli agli anziani, non c’è distinzione d’età.
Sono frequentati da gente semplice che trova, nel pub, un momento di relax e condivisione. E’ come entrare a casa del vicino, si beve una pinta (la Guiness è la più gettonata), magari mentre si segue una partita di hurling alla tv, l’amato sport nazionale, una specie di hockey su prato che si gioca con una mazza di legno. E poi si prosegue, cantando e ballando i brani irlandesi dal vivo. Gli irlandesi amano la musica!
E non si mangia? Certo! Vengono serviti piatti locali, come le alette di pollo, stufato di manzo servito con purè, filetto di merluzzo impanato con patatine fritte, zuppa di patate e cipolla, oppure sandwich di pollo o salmone, serviti con insalate conditi con topping a base di salse.
L’atmosfera è calda, i più anziani si divertono a raccontare di leggende, come quella del Leprechaun, il più popolare folletto d’Irlanda che viene ritratto in tutte le botteghe e nei negozi e la sua maschera apre la sfilata di San Patrizio ed i bambini dalle lentiggini ed i capelli rossi, stanno in ascolto, sgranando gli occhi, guardandosi attorno sperando di veder spuntare un Leprechaun da dietro il bancone.
L’Irlanda va visitata, che sia per un week-end, e poi un altro un po’ più lungo fino ad un vero e proprio viaggio itinerante poichè le esperienza che offre sono molteplici e diversificate e spero di poterti aiutare, attraverso qualche mio articolo, a capire meglio il perché.
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